Eccoci qua, dopo la messa in onda e i brindisi. Dopo che il file mp3 della prima puntata è rimbalzato da Spreaker a Spotify, da Podcast addict fino a Amazon music... L'atto finale di un lavoro intenso durato... nemmeno tanto, per la verità, se ci si pensa: Un mesetto, diciamo. Quindi cinque o sei appuntamenti: un niente. Sono stati DAVVERO bravissimi.
In questo "spiegone" lunghissimo - prendetevi tempi distesi, per leggerlo: only the brave 😆 - cercherò di andare nel dettaglio di questa avventura sotto vari punti di vista, perché...c'è TANTISSIMO dietro a quei quindici minuti. Ma non temete: lo scriverò soltanto stavolta😆🤣🤣1) LE PRIME DUE RIUNIONI DI REDAZIONE
Fondamentali. In questa sede abbiamo deciso CHE TIPO di podcast sarebbe stato. È in questa occasione che non noi docenti, ma i bambini INSIEME - lo voglio proprio sottolineare - hanno scelto un formato "generalista": non un unico tema, quindi (stile Geopop o Barbero, per capirsi) ma una sorta di rivista digitale per tutti i gusti. Ciò condizionava il modo di offrire i contenuti, obbligando in un certo senso a dare una "bussola" all'ascoltatore: ecco perché i due speaker "presentatori". E... QUALI contenuti? Sarebbero stati loro, ancora una volta, ad esprimere i loro desiderata in modo democratico, votando. Un unico vincolo: un blocco "scolastico" dedicato alle materie di studio orale, che si prestano tantissimo ad essere raccontate in un podcast. Per il resto... Animali, libri, attualità, barzellette. Poi, il colpo di genio: "Maestro, perché non facciamo le pubblicità?". Infine, sempre partendo dalle loro preferenze, sono stati assegnati gli incarichi e scelto il "menù" della puntata, con i vari tempi, "copiando" modelli di podcast esistenti.

2) PREPARIAMO I TESTI, MA OGNI TESTO... HA IL SUO LINGUAGGIO!
In questa fase, divisi in gruppi (o coppie), i bambini hanno scelto le modalità più opportune per rendere efficaci i loro testi da registrare e mandare in onda. Hanno messo in pratica quanto imparato a scuola, sì, proprio quello: schemi, riassunti, mappe mentali e concettuali, immagini, letture di libri "utili", selezionando l'essenziale. E ognuno lo ha fatto...a modo suo! Sono esattamente ciò che quelli bravi chiamano "competenze". Come una specie di pattuglia di droni, io e le mie colleghe abbiamo osservato dall'alto ognuno dei gruppi e qui, per l'appunto, inserisco per ciascuno di questi la mia riflessione sul loro lavoro. Spero di essere chiaro. Lascerò poi una piccola parola commento a chiusura di ogni paragrafo.
Presentatori (Arianna e Filippo) - Avrebbero registrato TUTTO per primi. Per il loro intervento, quindi, era necessario aver ben chiaro quanto avrebbero detto gli altri giornalisti, prima e dopo, compresi i blocchi pubblicitari, dal primo all'ultimo minuto, SENZA avere sentito nulla, perché ancora... non c'era. Immaginatevi il lavoro di raccordo dei testi che erano TENUTI a fare con gran cura: ogni frase avrebbe dovuto fare da "traino" al pezzo successivo o dare una "chiusa" al precedente, con occhio FISSO contemporaneamente alla scaletta e agli ascoltatori. Linguaggio veloce, accattivante, preciso e breve: pochi discorsi e si va avanti, sapendo GESTIRE il tutto con sapienza e una certa "verve" tipica di chi fa lo speaker. Non puoi essere "moscio", ma nemmeno troppo sopra le righe: è pur sempre un podcast scolastico! Insomma... BUSSOLE FONDAMENTALI.
Sistema solare (Beatrice e Camilla) e Animali bizzarri (Bianca e Leonardo C) - Un testo sottobraccio di riferimento per Bea e Cami, ricerche su internet per Bianca e Leonardo e appunti condivisi tra tutti loro. Si trattava a tutti gli effetti di organizzare un testo espositivo diviso in paragrafi, come fatto quando abbiamo visto il video della tartaruga o del gatto in classe. Ogni paragrafo, un pianeta. Oppure una caratteristica dell'Axolotl. Compito principale? SELEZIONARE le informazioni utili o "migliori": non è poco... È tantissimo! L'impostazione dell'inizio del pezzo, e i complimenti vanno tutti a loro, è stata di tipo squisitamente giornalistico: un paio di frasi iniziali che hanno il solo scopo di "acchiappare" l'ascoltatore. Frasi divertenti o ammalianti, spiritose o coinvolgenti. Il finale, successivamente, è stato rivolto ancora al pubblico, con qualche battuta spiritosa ma mai ridicola. Linguaggio chiaro eppure discorsivo, che DEVE tendere a "rallentare" il ritmo della trasmissione perché c'è da INFORMARE il pubblico. Lo hanno fatto benissimo. LIBRI PARLANTI
Guerra (Dario e Francesca + Lavinia, Dalila, Stella, Martina, Elena) - Lavoro di orchestra splendido fra sette (SETTE) bambini. Che domande fare? Cosa rispondere? Come rispondere? Perché... è vero che Dario e Francesca dovevano essere "i giornalisti"... ma era altrettanto importante che ci fosse coordinamento fra loro e le intervistate - NO ripetizioni di concetti, evitare le risposte troppo lunghe... - per mantenere i tempi "radiofonici", godibili per chi ascolta, con tempi distesi ma non morti. Il linguaggio, nonostante il tema, NON poteva essere eccessivamente pesante. E tuttavia dovevano mandare un messaggio di PACE. Che hanno dato prendendo a prestito abilmente una frase del calendario appeso in classe: "La guerra piace a chi non la conosce". CRONISTI VERI
Pubblicità (Diego/Vittoria, Sofia/Riccardo, Gabriele/Leonardo F) - Forse vi ricordate gli oggetti fantasiosi inventati per un gioco linguistico creativo un paio di anni fa... Bene, hanno tratto quei frutti. Con la loro fantasia, hanno ripreso quell'idea (ma nemmeno ci pensavano: erano così... naturali!) E grazie alle loro menti piene di immaginazione, sono nati i preziosissimi Occhialì occhialà e la penna Desiderina. In più, siccome oramai sono grandi e conoscono i "servizi", ecco arrivare i fratelli Vroom con le loro auto multiformi. Qui le tre coppie si sono davvero superate dal punto di vista del linguaggio, poiché la pubblicità per spot ha un SUO proprio linguaggio e un ricorrente stile nella sceneggiatura: Storia iniziale (dialogo) con problema da risolvere, commento risolutivo di un personaggio, aiuto accolto, informazioni utili e... slogan! Il tutto in pochissimi secondi: immaginare un contesto, costruire un dialogo, risolvere una situazione e invitare il pubblico all'acquisto. Compito complesso da svolgere ma... l'hanno fatto, eccome! CREATIVI ALLA RISCOSSA
Recensione libro (Ginevra e Sara) - Dal caffè letterario direttamente al microfono, ma con tre minuti da gestire soltanto, al massimo! Scegliere come procedere è dunque fondamentale: bisogna dare una rapida pennellata del libro SENZA eccedere nel raccontare la trama. Scambiarsi rapidamente la parola, possibilmente non dando mai l'impressione di leggere nulla. Cosa che alle due esperte appassionate è riuscito benissimo, utilizzando uno schema a stella, con qualche parola di riferimento sparpagliata sul foglio comune. Un cosiddetto "canovaccio" da condividere, rivolti sempre al pubblico. Linguaggio leggero ma non banale, lessico che deve essere ricco, frasi che devono susseguirsi con chiarezza e zero ripetizioni: devono essere "dense" soprattutto di emozioni. SAPIENTI LETTRICI
Barzellette (Aaron e Ivan) - Scegliere le barzellette ideali da poter raccontare (mica tutte possono ottenere lo stesso risultato) non è cosa da poco. Va tenuto conto inoltre di eventuali suoni e rumori che sono NECESSARI alla comprensione del testo umoristico o che ne arricchiscono il valore comico. Come a teatro, inoltre, risulta fondamentale la chiarezza del testo e... i tempi di lettura! Se vuoi scaturire l'effetto risata... sono determinanti, si sa. E si imparano... così! RISATE PENSATE.
3) QUANTA MAGIA (E QUANTE "BUGIE"), DIETRO AL MICROFONO!
Il nostro piccolo "studio" di registrazione è la stanza alla destra dell'atrio della Tozzi. È il cosiddetto Atelier digitale, un ambiente fatto apposta non per lavorare genericamente al computer (quello lo facciamo anche in classe), ma per COSTRUIRE un progetto, come è accaduto in questo caso. Trovarsi in un luogo specifico (in biblioteca per i contenuti, nell'atelier per registrare)... Ha avuto un che di emozionante, che è divenuto vero e proprio tuffo al cuore quando si sono accesi microfono "serio" e software di registrazione. In questa sede, ogni bambino ha VISTO fisicamente la propria voce trasformarsi in onda sonora. Di botto, i Pezzettini hanno capito che volume fosse idoneo da tenere, hanno visto degli imprescindibili "trucchi" del mezzo stesso: si può, signore e signori, SBAGLIARE PRATICAMENTE SEMPRE e... Non succede nulla! 😄 Perché basta tagliare, incollare, cucire pezzi. Lo hanno VISTO, lo hanno CAPITO e hanno perciò PROPOSTO le loro modifiche, hanno DECISO di rifare le tracce ("Qui non si sente... Qui ero troppo indecisa... Questa la facciamo dopo...) acquisendo minuto dopo minuto la "competenza" - rieccola - di chi conosce il mezzo di comunicazione, le sue regole, i suoi punti di forza, le sue FINZIONI. Perché il linguaggio, come diceva Eco, è... Una menzogna. Immaginatevi adesso cosa vuol dire avere queste conoscenze da ASCOLTATORI o da generico PUBBLICO radiofonico, televisivo, digitale. Nasce, con questa forma di laboratorio, quello spirito critico che va coltivato giorno dopo giorno. Non per demonizzare i media, anzi! Bensì per avere donne e uomini del futuro...liberi di esprimere il proprio pensiero, il proprio punto di vista, senza "bersi" un'unica versione dei fatti e argomentando le proprie convinzioni, accogliendo quelle altrui.

4) MONTAGGIO (EDITING)
Strettamente connesso alla registrazione è il momento del montaggio delle tracce audio. In questa fase, i bambini hanno conosciuto fondamentali aspetti tecnici ma anche di SENSO che si possono fornire al pubblico A SECONDA di ciò che si fa, mai a caso. Fra gli aspetti più "tecnici", c'è certamente il livellamento dei volumi: la tua voce e la mia devono incrociarsi e si devono sentire entrambe, conoscendo concetti come "dissolvenza in entrata e/o in uscita","amplificazione", "dipendenza di volumi fra una traccia e un'altra" . Certo, il maestro è stata la "mano" che cliccava, spostava e aggiustava... ma su indicazione dei bambini, che hanno partecipato in classe, con la schermata davanti ai loro occhi! Lo abbiamo pensato INSIEME cosa cambiare, cosa correggere, ascoltando decine di volte lo stesso audio. Inoltre, i bambini hanno scelto musiche e rumori su un carnet che era stato loro offerto dall'insegnante. E hanno notato l'enorme cambiamento che si verifica se metto sotto alle parole una musica rispetto ad un'altra. Hanno capito quindi che la costruzione di un messaggio dipende sì dal testo, ma anche dal suo contorno, dal cosiddetto "paratesto" non verbale (immagini e suoni, in questo caso): altra "competenza" di altissimo livello.

5) EMOZIONI E RELAZIONI
Al termine di questo lunghissimo "spiegone", lasciate che vi accenni appena all'aspetto probabilmente per noi insegnanti più importante di tutti: diventare persone fatte di pensieri, valori, emozioni e relazioni. Avete idea di cosa voglia dire, per ciascuno di loro, intersecare le proprie resistenze, i propri dubbi, le proprie vergogne e timidezze con la vicinanza degli altri compagni che li affiancano, li stimolano, li aiutano a superarle con la loro amicizia? Oppure con le loro competenze da condividere per CRESCERE INSIEME? Un mondo nel nostro mondo, in cui tutti hanno vinto, tutti hanno fatto bene, tutti hanno confermato, come detto altre volte, che tutti abbiamo bisogno dell'amore degli altri... per essere veramente unici.
Unici come... i Pezzettini.
Roberto Catalano